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sabato 11 ottobre 2014

Le sentinelle accovacciate





Ecco. Sono questi i momenti in cui voglio tornare in Italia, in cui mi sento fiera del mio paese di naviganti, poeti, pensatori (o quasi), precari, alluvionati e sentinelle.

E proprio a quest'ultime mi riferisco, perchè voi non le avete capite. È commovente assistere a gruppi di cittadini, non appartenenti a nessun movimento politico (so' spontanei, fanno tutto da sè) che, nonostante i problemi del paese (alluvioni, crisi economica, disoccupazione giovanile, corruzione, crimine organizzato, razzismo e il calciomercato) trovino l'energia e il tempo per dimostrare contro le nozze gay. So' momenti in cui rimpiango di aver lasciato il mio paese.

Così quando il sabato mattina, mentre sono intenta a tagliare l'erba del prato, l'occhio mi cade sulla finestra delle mie vicine di casa lesbiche e le trovo a sbaciucchiarsi alla francese, così, come se niente fosse e senza aver tirato le tende, mi prende male. Mai un Salvini, al limite un Borghezio, quando servirebbe conforto. Una spalla su cui piangere.

Per fortuna che in Germania il matrimonio gay ancora non è stato approvato, altrimenti qua col ciufolo che ci avrei mai messo piede! Mi sono informata e ho scoperto che i crucchi hanno aggirato l'ostacolo (ne sanno una più del diavolo) creando un'altra espressione per "matrimonio gay": Lebenspartnerschaft (relazione per la vita). In pratica una coppia dello stesso sesso ha gli stessi diritti e doveri di una coppia etero. Per rendere il tutto legale si va in comune e si mette una bella firma. Si fa anche una festa dopo... che roba! Ma vi rendete conto?! Se va avanti così come finiranno i matrimoni "normali"? E se poi il ciccikrukko guardando due gay che convivono legalmente scopre che gli piace più il batacchio e non mi sposa più? So' problemi, signori miei!

L'adozione, poi, non ne parliamo. In Germania una coppia omosessuale non può adottare un bambino, ma può farlo uno dei due. Dopo qualche anno di convivenza anche l'altro partner può adottare il pupo. Non oso immaginare come possa crescere una tenera creatura con due papi o due mami. Chissenefrega dell'amore, dell'equilibrio psicologico e dell'armonia familiare, l'importante è che i genitori siano di sessi diversi, come natura comanda. Altrimenti ci diventa come il 24enne napoletano sostenitore delle diete weight-watchers, il massacra bambine di Brembate o il cocainomane che decide di lavare la faccia della ex con l'acido. Poco importa se questi scarti della società siano cresciuti in famiglie etero.

No, basta! Alle due vicine di casa non chiederò più di guardarmi Miaurizio quando siamo in vacanza, dovesse diventarmi frocio pure lui. Organizzerò anche io un gruppone di sentinelle a Esslingen e promuoverò una bella dimostrazione di gente accovacciata che legge Peppa Pig mentre fa la cacca. Perchè io il regalo di matrimonio alle checche non glielo voglio fare!

venerdì 3 ottobre 2014

Della Giornata dell'Unità Tedesca (Tag der deutschen Einheit)

Foto: lingster-german.tumblr.com

3 ottobre 2014. Un festivo qui nella nebbiosa Germania: der Tag der Deutschen Einheit (la giornata dell'unità tedesca). Esattamente 24 anni fa la Repubblica Democratica Tedesca (DDR) veniva riunita alla Repubblica Federale Tedesca (BRD) dopo 41 anni di divisione. Una di quelle giornate in cui inizio a bere già alle 7 del mattino, ma non per festeggiare, bensì per dimenticare il fatto che io c'ero e avevo 21 anni. 

La sola consapevolezza dell'esistenza di aitanti 24enni freschi freschi di laurea (non in Italia) mi provoca una leggera orticaria. La stessa che forse veniva a mia nonna quando, dopo l'ora di storia alla scuola elementare, le chiedevo candidamente: "Nonnina bella, ma com'era senza la TV a colori?". Solo oggi capisco che il leggero fremito del suo sopracciglio destro non era commozione.

Dalla caduta del muro (9 novembre 1989) alla firma del Einigungsvetrag, documento dell'unità (3 ottobre 1990) passarono 11 mesi di eventi che cambiarono la storia, e di cui non mi resi pienamente conto. Troppo occupata con i problemi della classica ventenne nerd: gli esami all'università, fidanzatino storico e simpatizzante dell'Opus Dei,  e l'acne che era diventato il mio migliore amico anche se non corrisposto. So' problemi, belli miei!
Così mi persi il muro preso a picconate, il passaggio di milioni di ombrelli sotto la Brandenburger Tor, e le Trabi strombazzanti verso ovest. Per non parlare di Kohl che rimbalzava come una pallina in un flipper, da una parte all'altra dell'emisfero terrestre, in cerca di sostenitori al progetto "Du Deutschland is not megl' ke uan". Sembra si sia venduto pure un rene e la mamma per raggiungere lo scopo.
Ad ogni modo mi rifeci anni dopo, grazie a una maggiore maturità e consapevolezza del mio posto nel mondo (finalmente l'acne e il fidanzatino erano spariti!). Anche grazie al film Goodbye Lenin iniziai a recuperare sul pezzo di storia di cui ero stata testimone inconsapevole. 
A chi se lo fosse perso consiglio vivamente di vederlo e di smettere di leggermi (non ne siete degni). Ripropongo il discorso finale fatto dal fantomatico primo ministro post Honecker, l'ex cosmonauta Sigmund Jähn e esco a festeggiare.